Marcello Signorini

L’ Amore senza età

Il Professore di italiano

Il Romanzo di Marcello Signorini

Titolo Libro

Leggi l’incipit del libro

Francesco, Professore di italiano in un Liceo di Siena, ricurvo sulla scrivania del suo studio, è intento a prendere appunti su un grosso block notes a quadretti.
Indossa un’elegante vestaglia da camera color rosso pompeiano, che gli conferisce un aspetto austero, ma allo stesso tempo familiare.
I capelli e la barba argentati denotano un’età avanzata, ma l’espressione del viso è ancora giovanile, lo sguardo intenso, dietro un paio di occhiali calati su di un naso mascolino, che a sua volta sormonta una bocca con labbra a cuore, senza rughe, però, tutt’attorno.
Siede ad una scrivania di noce massiccio, posizionata in un’ampia stanza luminosa per via di un grosso finestrone che si apre, in un lato del locale, su un parco costellato di pini e di cipressi.
Tra pini e cipressi, qua e là, roseti e piante di ortensie, oleandri e gerani, che circondano un ampio prato all’inglese: con il suo colore verde intenso spicca nel bel mezzo della vegetazione.
Il professore posa per un attimo la penna con cui stava scrivendo.
Si toglie gli occhiali e si stropiccia gli occhi, allungandosi al contempo, per stirarsi, sulla sedia, anch’essa di noce massiccio con un alto schienale intarsiato.
Alza gli occhi proprio di fronte a sé e si sofferma a contemplare l’ampia austera libreria che copre l’intera parete di fronte.
Centinaia di libri di tutte le dimensioni fanno bella mostra nei vari scaffali, intervallati di tanto in tanto da piccole statuette di giada, che riempiono i riquadri vuoti della biblioteca.
Francesco fissa a lungo quei volumi, quasi a volerli ringraziare, uno ad uno, per le conoscenze e le emozioni che gli hanno trasmesso nei lunghi anni di studio e di ricerca.
Poi lentamente sposta lo sguardo sulle due bergère in velluto broccato stile Luigi XV, che sono collocate nella parete accanto alla libreria, proprio di fronte al finestrone che dà sul parco.
Gli vengono in mente i lunghi momenti di riposo, passati, negli istanti di relax, su una di quelle poltrone, sempre quella vicina alla libreria, dopo aver completata la correzione dei temi o la preparazione delle lezioni per il giorno dopo.
Un raggio di sole, filtrato dalla finestra di fronte, illumina le bergère, esaltandone il velluto color verde oliva che ricopre il sedile e gli schienali.
Seguendo a ritroso quel raggio di sole che colpisce le poltrone, il Professore raggiunge con lo sguardo il finestrone di fianco, lo oltrepassa, per fermarsi quindi a rimirare gli alberi centenari del parco, che si stagliano nel cielo di un azzurro intenso e luminoso.
Allora il suo pensiero vola libero verso quel cielo, quasi a volersi scrollare di dosso la gravosità della vita quotidiana.
Infine scende con lo sguardo sul prato verde al centro del parco, e il suo volto si illumina di un ampio sorriso, come se quel prato gli ricordasse i momenti felici passati su quei fili d’erba, macchiati qua e là da piccole margherite biancheggianti.
Quindi si dà una scossa, abbandona i ricordi che lo hanno distratto, riprende in mano la penna, inforca di nuovo gli occhiali e incomincia a scrivere sul block notes a quadretti che ha davanti a sé.
<<Tutto incominciò in un pomeriggio di tre anni fa.
Seduto al volante della mia macchina, stavo tornando, come al solito, dal Liceo di Siena, dove insegnavo italiano.
Era primavera inoltrata.
Faceva già caldo, ma l’aria era ancora gradevole, senza afa.
Avevo il finestrino aperto e tenevo il gomito fuori dal vetro: ormai da tempo mi ero abituato ad una andatura moderata, anche per gustarmi il paesaggio, fuori, che era sempre lo stesso, ma ogni volta mi sembrava di scoprirne un pezzettino in più, un particolare che mi era sfuggito in precedenza.
Ai bordi della strada la campagna era verdeggiante, non ancora bruciata dai caldi raggi del sole estivo.
In lontananza, sulle cime delle colline, lunghe file di cipressi sembravano venirmi incontro, mentre assecondavano la sinuosità dei crinali: ogni tanto dei pini o delle querce, in ordine sparso, interrompevano il lungo serpentone di cipressi che si stagliavano all’orizzonte.
Il traffico era scarso a quell’ora, nel tratto di strada che percorrevo abitualmente dalla periferia di Siena fino alla superstrada per Grosseto.
Solo ogni tanto incrociavo un furgoncino, guidato velocemente da chi, penso, avesse tanta fretta di consegnare la merce che stava trasportando.
Al contrario, io non avevo più fretta: mi lasciavo accompagnare dolcemente dalla striscia di asfalto, che percorrevo senza mai accelerare o frenare bruscamente.
Anzi, se qualcuno da dietro mi lampeggiava per dichiararmi la sua impazienza, con l’intenzione di sorpassarmi, non appena mi trovavo su un rettilineo, rallentavo vistosamente, accostandomi alle linee bianche che delimitavano la carreggiata e mi lasciavo sorpassare docilmente…

Il rapporto di amicizia tra un uomo e una donna può durare nel tempo?

L’autore, forte dell’esperienza di chi ha raggiunto ormai un’età avanzata, prova ad immaginare che cosa sarebbe stata la sua vita tranquilla di studio e lavoro, se avesse incontrato, molti anni prima, da vedovo, una ragazza molto più giovane di lui, intenta a fare l’autostop.

Se poi da quell’incontro fosse nata un amicizia, un rapporto di complicità, di affetto paterno da parte della giovane, contraccambiato da un affetto filiale da parte del professore?

E se questi affetti reciproci, col tempo e con la frequentazione, si fossero trasformati in qualcosa di più intenso e profondo, quale sarebbe stata la reazione della ragazza e quella del professore?

La forte differenza di età avrebbe ostacolato un rapporto più intimo?

E come avrebbero reagito i figli già grandi del docente alla notizia di un rapporto sentimentale tra il proprio padre, non più giovane, e una bella ragazza ventenne?

Si sarebbe potuto arrivare ad un compromesso tra l’avvenenza della giovane ragazza e la maturità del professore?

Si sarebbero potuto superare le inevitabili divergenze di opinioni, di comportamento, di aspettative tra i due protagonisti del romanzo?

Il Destino avrebbe potuto aiutare a superare tutti gli ostacoli?

O il Libero Arbitrio e la ragione avrebbero prevalso sul Fato?

Destino e Libero Arbitrio: possono convivere?

Di solito gli autori scrivono sui rapporti sentimentali tra due giovani, o tra due persone entrambe mature o anziane: ma che cosa succede se i due partner hanno fra di loro una forte differenza di età? Nel romanzo “ Il Professore di italiano “ la differenza di età tra i due protagonisti è inconsueta, non scontata: Giulia, la ragazza, ha solo 20 anni, mentre Francesco, il professore, ha già 57 anni.

E allora c’è da chiedersi: quali sono le conseguenze cui andranno incontro? Riusciranno i due protagonisti a conciliare l’esuberanza tipica di una ventenne con la matura pacatezza di un professore quasi sessantenne? I rapporti sentimentali potranno essere salvaguardati, nonostante le inevitabili differenze di opinioni, di comportamenti, di aspettative? I rapporti fisici potranno svolgersi in piena armonia? E fino a quando? Le relazioni di ognuno dei due partner con i propri parenti, gli amici, i conoscenti potranno continuare indisturbati? Sarà più accettabile lasciarsi andare ed accettare ciò che riserba loro il Destino oppure affidarsi al raziocinio, al ragionamento di chi crede nel Libero Arbitrio?

Libero dibattito, aperto a tutti, sugli avvenimenti proposti nel libro.

Nel Blog di questo Sito verranno raccolte le considerazioni formulate da chi è interessato ai quesiti posti nelle precedenti sezioni, in modo da confrontarle man mano con gli accadimenti descritti nel libro, che rappresentano invece le considerazioni espresse dall’autore sugli stessi quesiti.

Le considerazioni potranno naturalmente essere divergenti: ognuno risponderà ai quesiti secondo i propri intendimenti, le proprie credenze, i propri pensieri, la propria sensibilità. La verità non sta mai da una parte sola.

L’importante è partecipare al dibattito, esprimere i propri convincimenti, cercare di capire le ragioni che hanno portato l’autore a far scorrere gli avvenimenti in una data maniera, ma anche dare al lettore una facoltà di critica costruttiva che può anche divergere dall’esposizione dell’autore.

Si spera comunque che in ogni caso il lettore apprezzi lo stile, l’impegno e lo sforzo che l’autore ha compiuto nell’analizzare situazioni inconsuete e rapporti particolari come quelli narrati nel Romanzo.

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